Da "Il Sole 24Ore del 2 luglio 2013"
Intervista ad Angelo Deiana
Sindacato unitario per i senza Albo.
Obiettivo-contratto
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di Federica Micardi
Fare massa critica per trovare ascolto presso le istituzionni e fare rete per moltiplicare le possibilità di business e di formazione. Sono queste le premesse che hanno spinto un gruppo nutrito di rappresentanti delle professioni non organizzate in Albi a fondare Confassociazioni. Mecoledì 10 luglio a Roma, presso la sala Capitolare del Senato, ci sarà la presentazione di questa confederazione, di cui Angelo Deiana, per oltre un decennio nel direttivo Colap, autore di libri ed esperto di economia e finanza, sarà presidente.
Perchè creare Confassociazioni?
Viviamo in un mondo complesso ed interdipendente dove l’economia della conoscenza e la diffusione delle nuove tecnologie di rete hanno prodotto cambiamenti epocali nel mercato delle professioni. Tutto cambia: in un mondo di capitalismo intellettuale in cui la condivisione è il valore fondante, bisogna pensare e agire in modo diverso. La competizione non è più individuale ma collaborativa. In questo scenario, la Legge 4/2013 ci ha riconosciuto lo status di "professionisti" e il decreto legislativo 13/2013 sul sistema nazionale di certificazione delle competenze avrà un ruolo fondamentale per la valutazione e la valorizzazione del patrimonio di esperienze di studio e di lavoro di tutte le persone. Lo scenario è chiaro e segna l'inizio di una nuova era: quella delle associazioni professionali 2.0.
Quante associazioni, coordinamenti e federazioni hanno risposto al vostro appello?
Siamo già in tanti, l'elenco dei soggetti che partecipano alla nascita di Confassociazioni sarà reso noto il 10 luglio, ma sarà solo l'inizio. Attualmente nel mondo delle professioni senza ordini e albi si contano circa 1.500 associazioni, a cui sono iscritti circa un milione di professionisti. Questo significa che oltre due milioni operano nel mercato al di fuori del sistema associativo. Confassociazioni si pone l'obiettivo di essere un soggetto aggregante, per creare una massa critica uniforme, aperto al dialogo con tutte le parti sociali, dalla politica agli enti territoriali, dai sindacati alle associazioni già presenti, penso ad esempio a Confprofessioni.
Quali sono i primi passi che intendete compiere con Confassociazioni e su quali risorse potrete contare?
Lo sforzo principale, previsto dallo Statuto, sarà quello di concludere accordi strategici e operativi con partner istituzionali, sociali e imprenditoriali così da rafforzare la stuttura organizzativa e formativa delle associazioni facendo affluire risorse provenienti dall'esterno al sistema associativo. Il nostro primo obiettivo è frmare il contratto di lavoro degli studi professionali che sarà sottoscritto tra settembre e ottobre. Inoltre, attraverso protocolli d'intesa, che già stiamo siglando, è possibile reperire risorse sul mercato. Non cerchiamo soldi, vogliamo qualità, idee e lavorare per un futuro insieme.
Tra i problemi dei vostri associati qual è, secondo lei, quello da affrontare subito?
La previdenza: i parametri contributivi della gestione separata Inps penalizzano in modo drammatico la competittività dei professionisti senza cassa: alla fine si arriverà a un contributo del 33% contro una media europea del 23% e una media delle professioni ordinistiche ancora più bassa. Confassociazioni si batterà per cambiare questa situazione.
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