Roma, 20 giugno 2020 – “Ieri abbiamo portato agli Stati Generali dell’Economia non solo le nostre idee, ma soprattutto le nostre azioni concrete per rilanciare l’Italia”. Lo ha dichiarato in una nota Angelo DEIANA, Presidente di CONFASSOCIAZIONI.
“Anche se contingentati per ragioni pandemiche solo al sottoscritto e al Vice Presidente Vicario, Riccardo ALEMANNO – ha continuato il Presidente DEIANA – siamo stati presenti unitariamente con tutte le idee e la capacità di rappresentanza quantitativa e qualitativa che CONFASSOCIAZIONI esprime. D’altra parte, eravamo già pronti avendo pubblicato un libro dal titolo “Rilanciare l’Italia facendo cose semplici” già nel 2018 e nel 2019 in seconda edizione. Un’opera in cui erano contenute molte delle soluzioni semplici per rilanciare il Paese e al quale avevano contribuito gli altri membri dell’Ufficio di Presidenza, Franco PAGANI e Federica DE PASQUALE. Ed altri 20 importanti professionisti della nostra Confederazione”.
“Prima di riflettere sul Piano Rilancio che ci ha sottoposto il Presidente del Consiglio, abbiamo suggerito – ha ricordato Angelo DEIANA – una serie di soluzioni sia sul tema della liquidità che ancora sconta molti ritardi nelle banche, sia sul fatto che è una fase in cui nessuno paga più nessuno: molti per sopravvivere, altri per lucrare. Problemi che possono essere alleviati solo dal rinvio alla fine di luglio degli adempimenti fiscali di giugno e dai pagamenti senza formalità dei debiti della PA, anche attraverso il meccanismo delle compensazioni. Soluzioni per dare sollievo finanziario ad un Paese in ginocchio”.
“Sul piano strategico – ha affermato il Presidente di CONFASSOCIAZIONI – abbiamo sottolineato 2 direttrici di sviluppo: la prima è il rilancio del Sud attraverso il sistema infrastrutturale digitale. Quindi digitalizzazione e 5G per tutto il Paese ma soprattutto per il Sud, anche con provvedimenti eccezionali come il WI-FI libero e la moltiplicazione delle ZES, le zone economiche speciali. La seconda, la più importante, è il tema della valorizzazione delle donne nel mondo del lavoro e nella maternità. Non bastano solo le politiche di conciliazione perché, nel nostro mercato del lavoro, l’occupazione femminile è alternativa alla vocazione alla maternità. E’ una dura realtà: le aziende si fanno carico di circa il 33% dei costi di qualsiasi maternità tra retribuzione, contributi, costi di formazione e sostituzione.
E allora, per incentivare le nascite, la prima cosa da fare sarebbe mettere la maternità totalmente a carico della fiscalità generale. Sarebbero necessari circa 9 miliardi di euro all’anno ma con un moltiplicatore importante. Se l’occupazione femminile fosse al 60% rispetto al 49% odierno, Bankitalia stima che a regime avremmo l’1% in più di PIL all’anno (circa 18 miliardi di euro). Eliminare una grandissima discriminazione in accesso al mercato del lavoro e fare un favore all’Italia perché un Paese che non valorizza le donne e il loro lavoro non fa figli, non fa PIL, e quindi non ha futuro”.
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